di Paolo-79 il ven gen 18, 2008 2:31 pm
Katerina non condivido la separazione dicotomica tra i due ambiti di Stato e Etica che mi pare di aver capito tu presupponga. specie nella forma Stato-Religione.
se ti ho mal interprato non me ne volere... in ogni caso... visto che ci siamo dico la mia sull'argomento
va in voga al giorno d'oggi la prospettiva secondo cui la società è un insieme atomizzato e disgregato di individui. in cui ognuno deve obbedire alla sua personale etica mentre lo Stato è laico e 'neutro'.
la società invece si dà delle regole.
in base a una comune visione della società stessa e della vita.
e ogni visione ha sempre una radice etica. non esistono giudizi, concezioni della vita collettiva o individuale senza etica.
etica è anche riconoscere che il furto è deprecabile, o che devi cedere il posto sul tram a chi è anziano, per fare un esempio banale.
la religione è solo una delle possibili fonti dell'etica... ma esiste anche la filosofia, usanze trasmesse attraverso tradizioni di cui neanche si è consapevoli ma che permeano la concezione del vivere di intere comunità e di ognuno.
quanto all'aborto. anche qui..
(premetto che non son cattolico e non saprei esporre il relativo punto di vista)
se si riconosce che l'embrione, come logico, è un essere umano a tutti gli effetti, la donna (come nessun altro) non ha su di esso diritto di vita o morte.
perché l'embrione è un essere umano a tutti gli effetti??
semplice, perché è unico e irripetibile (la definizione più forte possibile e neanche basata sulla religione e quindi... laica, in questo senso la più universale e salda)
scientificamente, diresti, che l'embrione è unico e irripetibile perché ha un corredo genetico unico e irripetibile che lo distingue da chiunque altro. peraltro è un contenuto sufficiente alla sua esistenza come essere unico e dotato di personalità .
peraltro dire che l'embrione non è un uomo porta a conseguenze tragiche.
sulla concezione di cosa è vita e cosa no.
se l'embrione (quindi il risultato della concezione) non è vita?? quando inizia a esser vita, a esser uomo?
a 3 mesi, 4 mesi, quando???
non quando nasce... (su questo chiunque è d'accordo.)
ogni donna che abbia un bimbo dentro di sé di 8-9 mesi sente che è vita, lo sente fisicamente e quindi sente che è vita anche prima di concepirlo. è un istinto e una sentimento insopprimibile. nessuna donna che abortisse a 9 mesi avrebbe la coscienza a posto.
quindi chi nega all'embrione la condizione di essere umano a tutti gli effetti si trova di fronte alla difficoltà di fissare prima della nascita il momento di discrimine, la differenza tra uomo e ammasso di cellule senza personalità umana. (fissare è concetto già discutibile, parlando di vita) e in ogni caso....ma prima quando???
quando si forma questo o quell'organo, il cervello? o quando nasce, quando inizia ad avere facoltà mentali?? quando? e chi lo decide poi?? chi ha il diritto di decidere ? (già il dover ipotizzare che qualcuno abbia questo diritto è discutibile, e la pericolosità del fatto in sé è lampante a tutti).
qualsiasi definizione è soggettiva, arbitraria, ....per forza di cose basata su considerazioni materialistiche (uomo diventa se si forma il cervello, o il cuore o che altro...).ed è sempre una definizione parziale... che trascurebbe la fondamentale unità di tutte le facoltà umane nell'indivisuo stesso (corpo, facoltà intellettive, emotive, spirituali ecc...)
una definizione soggettiva e arbitraria della vita è quando di peggio possa esserci in una società . perché apre a ogni possibile prospettiva di sopraffazione.
l'unica altra coerente prospettiva è quella per la quale la vita non è un valore assoluto.
se invece si riconosce che l'embrione è vita ma la vita non è un valore assoluto, allora ben vengano eutanasia, pena di morte, soppressione dei disabili mentali, 'casi da cottolengo' ecc....
è una questione di prospettive.
ma la società non può affidare al singolo la questione.
allo stesso modo in cui non si affida al singolo la risoluzione di controversie private.
c'è la legge , tribunali, c'è un ordine comune che ci si dà per evitare che ognuno faccia quel che vuole dell'altro e valga la legge del più forte.
e ora, se l'embrione è un essere umano, una persona, egli (non esso) è un qualcun altro di cui nessun può disporre a piacimento.
l'embrione è vita e come tale, se si riconosce che la vita è un bene indisponibile e un valore assoluto, è intoccabile e insopprimibile. (in tale prospettiva ovviamente l'aborto viene considerato un infanticidio a tutti gli effetti)
non è questione di Chiesa o non Chiesa.
come vedi, ho fornito argomentazioni che posson benissimo esser accettate da chi è contro l'aborto pur senza esser cattolico o religioso in generale.
etica e legge sono inscindibili.
[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Paolo-79 il 18-01-2008 14:57 ]